REGGIO EMILIA – Una norma nazionale di riferimento per l’installazione di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli: a richiederla è una raccolta di firme sostenuta dall’assessorato all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di salvaguardare il suolo fertile.
Attualmente la norma nazionale consente di coprire ettari di terreno agricolo con pannelli fotovoltaici tradizionali. Afferma l’assessore regionale Alessio Mammi: “Ho lanciato una raccolta firme per la tutela del suolo agricolo- spiega l’assessore-, perché serve un provvedimento nazionale per impedire in modo chiaro e netto lo scempio ambientale e agricolo che la nostra regione e il paese rischiano, coprendo al 100% centinaia di migliaia di ettari di terreno con pannelli fotovoltaici, la cui posa è oggetto di centinaia di richieste in tutto il paese. Abbiamo moltissimi spazi che potrebbero essere utilizzati e riqualificati senza compromettere terreno fertile, di grande qualità, ricco di biodiversità. La Regione Emilia-Romagna si è data l’obiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035, come previsto dal patto per il lavoro e il clima, ma servono criteri che non sprechino suolo agricolo e indichino di impiegare tetti, parcheggi, aree dismesse, bordi stradali che al momento non vedono la posa di nemmeno un pannello”.
La normativa statale e regionale fissano i criteri generali di localizzazione degli impianti fotovoltaici. Da quasi due anni si è però in attesa del decreto ministeriale sulle aree idonee, che è ancora in fase di discussione. Allo stato attuale, si configura unicamente la distinzione tra le aree agricole in cui gli impianti possono interessare il 100% delle superfici (come quelle a 500 metri da zone a destinazione produttiva o entro 300 metri dalla rete autostradale), le aree agricole in cui gli impianti possono interessare una superficie non superiore al 10% e le aree non dichiarate idonee dalla legislazione nazionale.
“L’attenzione della Regione rimane alta per preservare il suolo agricolo, fondamentale per l’approvvigionamento alimentare e per la produzione di quei prodotti di qualità per i quali l’Emilia-Romagna è conosciuta in tutto il mondo” conclude Mammi.