REGGIO EMILIA – Emanuele Aldrovandi è un drammaturgo, sceneggiatore e regista reggiano di 36 anni. Vincitore di alcuni tra i premi teatrali più prestigiosi, come il Nastro d’argento, il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli, il Premio Nazionale Luigi Pirandello e il Premio Hystrio, ha scritto una quindicina di testi teatrali dal 2010 ad oggi e alcuni cortometraggi.
Farfalle, spettacolo prodotto nel 2015 e vincitore del premio Hystrio nello stesso anno, del Mario Fratti Award l’anno successivo, andrà in scena dal 21 al 24 aprile, al teatro Cavallerizza di Reggio.
“Farfalle”, spettacolo già pluripremiato, debutta per la prima volta a Reggio dopo due anni di rinvii causa covid. Quali sono le sue considerazioni ed emozioni a riguardo?
Lo spettacolo avrebbe dovuto debuttare in prima nazionale a Reggio, due giorni prima che chiudessero i teatri a causa del lockdown. L’esordio è avvenuto a Bologna, a settembre dell’anno scorso, all’Arena del Sole. Finalmente arriva questa settimana a Reggio, dopo aver fatto più di trenta date in tutt’Italia. Sono contento e felice di far vedere lo spettacolo ai miei concittadini in un contesto, quello della Cavallerizza e all’interno della programmazione de “I Teatri”, più intimo e familiare.
Come ha vissuto il periodo della pandemia? L’esperienza negativa del lockdown ha dato vita a nuove idee per futuri spettacoli?
Sono diventato padre a gennaio 2020, un mese prima del lockdown. La mia vita è cambiata radicalmente. Non mi posso lamentare perché, in confronto a tante famiglie che hanno sofferto a causa della pandemia, ho potuto dedicarmi completamente a mia figlia. Sono stato davvero fortunato perché, anche se gli spettacoli in programma non si sono potuti svolgere per tanto tempo, sono poi stati tutti ampiamente recuperati nella stagione corrente. Ho semplicemente avuto un ritardo di lavoro ma non l’ho perso, a differenza di altri autori. La pandemia mi ha portato a scrivere il mio prossimo spettacolo, “L’estinzione della razza umana”, nel quale ho traslato ciò che ho vissuto nel periodo del lockdown. Ho inoltre avuto modo di completare il romanzo a cui sto lavorando da dieci anni e spero che a breve venga pubblicato.

Una scena di Farfalle
I suoi spettacoli hanno girato tutta Italia ma com’è per lei tornare a Reggio? La sua città natale la celebra come merita?
Mi sento apprezzato da Reggio perché le persone vengono a vedere i miei spettacoli, mi danno ampio spazio anche nei giornali, c’è molta attenzione quindi non mi lamento. Però ho notato che, parlando con i reggiani, non c’è la percezione di tutti i successi ottenuti al di fuori della nostra città. È sempre difficile essere apprezzato, sia nella propria città che altrove, nel mondo in cui si vorrebbe. Credo che dipenda molto anche dalla stima che ognuno ha di sé, io ad esempio oscillo sempre tra due poli: da un lato tendo a sminuire ciò che faccio per evitare di sembrare altezzoso però poi, pensando alla mia carriera e ai premi vinti, penso che Reggio dovrebbe ritenersi fortunata ad avere un autore come me. Non mi faccio troppe aspettative: il mio intento è creare spettacoli belli e che piacciano agli spettatori, la percezione poi è soggettiva.
Come sta ripartendo il settore teatrale? Qual è la risposta da parte del pubblico?
Penso che il problema del teatro, dopo questi due anni di stop forzato, è il non accettare idee diverse e forme nuove. Le istituzioni prediligono un prodotto già esistente, senza alcuna innovazione. Ritengo che il pubblico abbia voglia di tornare a teatro e che abbia anche molte aspettative che, se vengono illuse, genereranno una perdita ingente. Infatti gli spettatori abituali ma anche quelli che già prima della pandemia non frequentavano molto i teatri, se vedranno produzioni coinvolgenti e all’altezza delle loro aspettative, resteranno sicuramente fedeli al teatro. Se invece dovranno assistere a sceneggiati autoreferenziali, fatti male o rivolti solo ad un pubblico di addetti ai lavori, credo proprio che abbandoneranno definitivamente il nostro mondo. Per questo noi professionisti del teatro abbiamo una grandissima responsabilità nei confronti del pubblico futuro.
Qual è il premio vinto che le è rimasto più nel cuore? Ce n’è uno a cui è particolarmente affezionato o che desidererebbe vincere?
“Farfalle” ha vinto il Premio Hystrio, realtà a cui sono molto legato e che pubblicherà a luglio il mio prossimo testo. Quello che però ha dato una svolta alla mia carriera, è stato il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli, riconoscimento che ha reso noto il mio nome nel circuito teatrale italiano, dandomi anche la possibilità di mettere in scena uno spettacolo teatrale, “Homicide House”, e portarlo in tutta Italia. Nel 2021 ho vinto il Nastro d’Argento per il miglior cortometraggio italiano grazie a “Bataclan”, premio che mi ha permesso di firmare un contratto per realizzare il mio primo lungometraggio, a cui sto lavorando tutt’ora.
Lei viene ancora definito un “giovane talento” ma, alla luce della sua carriera e dei risultati ottenuti, pensa di essere ancora “giovane”?
Non sono assolutamente giovane! Se penso a Paesi con un concetto diverso di gioventù rispetto a quello italiano e in cui il ricambio generazionale e culturale è diverso dal nostro, ad esempio la Germania, dovrei già essere direttore di un teatro. In Italia invece sono considerato giovane perché ho 36 anni, gli adulti hanno molti più anni di me. Perciò sono visto come un’anomalia non solo per la mia età ma anche perché non è facile riuscire a lavorare nel mio settore, io ho la fortuna invece di poterlo fare da dieci anni. In Italia purtroppo non viene data la possibilità ai miei coetanei di lavorare in grandi teatri e con case di produzione rinomate.
Quali sono i progetti per il futuro tra spettacoli teatrali e cinema?
Oltre al mio primo lungometraggio, sto lavorando a vari spettacoli per il teatro. Per ora ho un progetto in corso con il Teatro Stabile di Torino che coprodurrà “L’estinzione della razza umana”, sceneggiato che debutterà a maggio a Torino e per cui sarà prevista l’anno prossimo una tourneè nei principali teatri italiani, tra cui Correggio. Infine ho in programma uno spettacolo per il 2023, in collaborazione con il Teatro Stabile, il Teatro Carcano di Milano e ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione). Nel prossimo periodo quindi realizzerò più sceneggiature da autore-regista ma non smetterò di collaborare anche solo come autore insieme a registi che mi propongono i loro progetti. Dopo tanti anni in cui ho lavorato anche con altri autori, il mio intento ora è riuscire a scrivere, dirigere e avere il pieno controllo artistico dei miei spettacoli.
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