REGGIO EMILIA – Un piccolo museo, ospitato in quella che fu la pesa pubblica: un edifico su due piani, di soli tre metri per tre, in piazza Cavicchioni ad Albinea, ospitato in uno dei due edifici storici rimasti nel centro del paese. All’interno della struttura hanno trovato posto alcuni cimeli sulla storia del ‘900 di Albinea raccolti grazie ai cittadini e ai collezionisti che hanno risposto alla chiamata pubblica dei promotori del progetto. Ci sono divise militari, bandiere, elmetti, resti di materiale bellico e addirittura di un aereo.
“L’idea di creare un museo ad Albinea era in gestazione da alcuni anni. Lo pensiamo come il terminale finale di quell’operazione di raccolta della memoria che ormai facciamo da diversi anni”, spiega Corrado Ferrari, presidente della Pro Loco.
“Storie che pesano”, è il nome scelto per il progetto, che ripercorre momenti delle due Guerre Mondiali e della Resistenza, come l’Operazione Tombola, con l’assalto a Villa Rossi e Villa Calvi, nel marzo ’45; il sacrificio dei cinque tedeschi che dissero ‘no’ a Hitler e la storia degli aerei americani caduti nelle nostre colline tra il ’44 e il ’45. “Lo spazio rappresenta un investimento per il futuro, dà l’opportunità di avere una base d’appoggio fissa dove poter raccontare la storia resistenziale del territorio”, commenta Giacomo Mazzali dell’Anpi.
L’ex pesa pubblica è il primo nucleo di questo progetto culturale: l’obiettivo è quello di ampliare il museo allestendo altre sedi, per esporre nuovi pezzi già raccolti, come documenti cartacei e medaglie storiche, e altri che potranno arrivare. Spazi espositivi che cambiano e si arricchiscono nel tempo, dove ogni oggetto racconta un personaggio e una pagina di storia. “Sarà un museo dinamico – chiosa Ferrari – non vuole essere un reliquario ma qualcosa che cambia continuamente, una persona può venire tra due mesi e lo troverà cambiato”.













