REGGIO EMILIA – Il Consiglio comunale di Reggio ha approvato ieri diverse mozioni che riguardano le attività commerciali messe in crisi dalle restrizioni. Tra queste anche quella per attivare strumenti come i “Dining bond”, vediamo di cosa si tratta.
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Letteralmente “obbligazioni per la cena”, con i “Dining bond” si paga ora e si consuma in futuro, quando il proprio locale preferito potrà riaprire, passata l’emergenza coronavirus. Una sorta di aiuto da parte del cliente agli esercenti ora chiusi. Il Consiglio comunale di Reggio ha approvato una mozione che propone l’introduzione di strumenti di questo tipo, con la possibilità di estenderli a tutti i settori. Primo firmatario il consigliere del Pd Davide Corradi.
“Quello che chiede la mozione – spiega – è di convocare la commissione Bilancio e insieme al Tavolo Unico di Coordinamento del Commercio e ai rappresentanti dei comitati sul territorio discutere la proposta di attivare strumenti innovativi che possano essere d’aiuto ad esempio a tutto il settore del commercio al dettaglio, ma penso anche ad artigianato e servizi alla persona. La sfida è immaginarsi una piattaforma che possa essere utile in futuro, una volta finita la pandemia”.
Nell’ultima seduta Sala del Tricolore ha approvato inoltre una serie di mozioni sempre con l’obiettivo di aiutare commercianti ed esercenti in difficoltà. Va in questa direzione la richiesta di abbassare l’Imu ai proprietari che riducono il canone di affitto alle attività commerciali, primo firmatario il consigliere della Lega Alessandro Rinaldi, che chiede anche al Comune di reperire fondi per esentare dal pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti, le attività economiche ferme negli ultimi mesi. Il Consiglio comunale infine ha approvato all’unanimità una mozione che propone l’esenzione temporanea dell’imposta per occupazione suolo pubblico per gli esercizi commerciali, provvedendo al rimborso di quanto già versato e non usufruito. Si chiede inoltre all’amministrazione di concedere ulteriori aree a disposizione delle attività (distese e dehor), per ovviare alla riduzione degli spazi disponibili imposta dalle norme sul distanziamento sociale.
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