REGGIO EMILIA – Ci fu anche chi si ritrovò con un metro e mezzo d’acqua e fango in casa. Quella che si definisce “la conta dei danni”, a Cadelbosco Sopra e dintorni non è ancora finita ad un anno dall’alluvione. Claudio Giacca, tra gli ospiti del Graffio, fu tra i mille sfollati del 20 ottobre 2024. Cento millimetri di pioggia in una notte, la rottura dell’argine del Crostolo oltre al sormonto in altri quattro punti dei cavi Tassone e Cava.
“Non ci sono solo i danni passati. Adesso vediamo le crepe nelle case, che si stanno aprendo. Le famiglie devono affrontare spese insostenibili. Oltre al danno economico c’è quello psicologico, mia moglie ogni volta che piove ha paura”.
Alla formidabile risposta della macchina dell’emergenza in quelle ore si è associata, dalla primavera successiva, l’opera di ripristino e di rafforzamento degli argini del Crostolo, ma alla domanda “se dovesse ricadere oggi un quantitativo d’acqua del genere, potrebbe risuccedere?”, la risposta del direttore Aipo Gianluca Zanichelli è stata lucida e preoccupante, alla luce di un complessivo sistema idraulico del territorio disegnato cento anni fa, quando eventi climatici di questo tipo non erano nemmeno immaginati. “Potrebbe sicuramente succedere. Nel frattempo abbiamo speso 11 milioni di euro per rinforzare tutte le sponde, soggette ad una erosione impressionante”.
“Rimango basito e terrorizzato, e come me tutti gli abitanti”, la replica di Giacca.
“Il sistema è fragile – ha proseguito Zanichelli – Bisogna investire su interventi di laminazione ed evitare di utilizzare altro terreno agricolo. Ci troviamo con canali rettilinei veloci nella propagazione della piena, e anche pericolosi”.
Un intervento di laminazione, che significa creare un bacino d’acqua dove il torrente possa esondare diminuendo così la pressione sugli argini, è stato progettato da Aipo proprio a Cadelbosco tra il cavo Cava e il Crostolo ed è al vaglio del Ministero dell’Ambiente chiamato a finanziarlo.
Il comitato Aria Pulita per Cadelbosco e il comitato Aria Buona di Gualtieri
“Basiti e increduli. E’ uscita agli occhi di tutti una situazione disarmante e preoccupante sul futuro della sicurezza idraulica dei nostri territori e sugli enti che dovrebbero garantirne la sicurezza”. Scrivono in una nota, nella quale accusano di “inadeguatezza” Aipo, “che non riesce a rispondere organizzativamente alle sfide e alle necessità di velocità, capacità di investimenti ed efficacia, perché chiuso ed invischiato tra le suddivisioni di competenze di enti, istituzioni”. “E’ emerso che le risorse che vengono messe a disposizione per garantirci la sicurezza sono insufficienti così come la loro pianificazione”.
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danni Residenti Cittadini cadelbosco Crostolo comitato alluvione Aipo "Il graffio"Guarda la puntata de “Il Graffio” di giovedì 16 ottobre 2025