REGGIO EMILIA – Morì da ‘martire della scienza’, Gaetano Chierici. Era il gennaio 1886, non sopravvisse ad una broncopolmonite contratta durante lavori di scavo nel bresciano eseguiti nel gelo dell’inverno. Nello stesso mese di 134 anni dopo la sua Reggio inaugura una mostra a lui dedicata, culmine delle celebrazioni dei 200 anni dalla sua nascita. Si intrecciano numeri e anniversari, si intrecciano tra loro le capacità di questo studioso umanista di formazione e poi ricercatore per missione. Sacerdote, paleontologo, etnologo, a metà del XIX secolo seppe abbattere il muro tra storia e natura, cosa che ancora oggi spesso rimane solo un obiettivo.
‘Metodo e scienze all’origine degli studi di preistoria’, questo il titolo della mostra che rimarrà allestita fino al prossimo 31 maggio al palazzo dei musei di via Spallanzani a Reggio. Uno spazio prezioso che è una sorta di laboratorio, dove al centro c’è il metodo, appunto, con cui Chierici è riuscito ad organizzare il suo lavoro multidisciplinare. Dal Museo delle civiltà di Roma poi è arrivato un pezzo raro, un costume del popolo Sioux finora mai uscito dalla sua sede.
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