REGGIO EMILIA – A livello europeo, si calcola che ammonti a circa 26 kg l’acquisto pro-capite di vestiti. E sono undici, in media, i kg di tessuto che finiscono gettati. Soltanto l’1% di questo materiale viene riciclato per produrre abiti nuovi.
Ad approfittare di questo canale di approvvigionamento alternativo, a Reggio Emilia, ci ha pensato One of One Studio, un’impresa lanciata nel 2021 da un gruppo di ventenni con un punto vendita in via Guido da Castello. Grazie al Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro, lo spazio gestito dal Consorzio Cooperative Sociali Quarantacinque, One of One Studio ha avuto l’opportunità di chiamare a raccolta ammiratori e collaboratori per festeggiare i due anni di attività. Con un doppio evento, venerdì e sabato, concluso da un dj set che è stato preceduto da una serie di dimostrazioni, tra cui la stampa in serigrafia di magliette.
Contribuire a far passare di moda il cosiddetto “fast fashion”. Questo l’obiettivo delle realtà rappresentate sul palco di un dibattito che ha visto anche la proiezione della puntata di una serie “Junk, armadi pieni”, prodotta da Sky assieme a un’agenzia di giovani esperti di divulgazione.
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