REGGIO EMILIA – “Ringraziamo nuovamente il Prefetto Rolli e tutti i componenti del tavolo lupi per non dimenticare le problematiche le aziende zootecniche di pianura devono affrontare da quando il lupo è sceso oltre l’asse della via Emilia, dove continuano numerosi avvistamenti oltre che dagli agricoltori anche da parte dei cittadini”. Così commenta Maria Cerabona, direttore di Coldiretti Reggio Emilia, l’ultimo incontro che si è svolto nei giorni scorsi in Prefettura.
“Durante l’incontro abbiamo appreso della produzione di un vademecum contente le linee guida proposte agli allevatori con i comportamenti da evitati e quelli che devono essere assunti – continua la Cerabona. I nostri allevatori svolgono le loro attività adeguandosi e rispettando le norme. Se il lupo in pianura è un fenomeno che dovremo considerare ‘normale’, crediamo sia utile ripensare le prassi in modo da adeguarsi a questa nuova situazione. Proprio per adeguarsi alla nuova situazione abbiamo chiesto all’assessore Mammi di pensare i Psr come veicolo per arrivare a realizzare quelle misure di tutela delle aziende zootecniche delle aree pianeggianti, completamente diverse per dimensioni e procedure rispetto a quelli di montagna, per fronteggiare il lupo come presenza sempre più frequente e naturale”.
Al tavolo era presenta anche l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi che ha ribadito la necessità di rivedere anche il piano lupi nazionale, di cui una serie di spunti e proposte, in accordo con gli agricoltori e le associazioni di settore, sono già state inoltrate al ministero dell’Ambiente.
Continuano gli avvistamenti di lupi nei pressi delle aziende agricole, anche in quelle che già applicano i suggerimenti previsti dal vademecum, e nei pressi dell’abitato in zone periurbane come Codemondo e Bagno.
“Evidenzio ancora una volta che la zootecnia reggiana – ribadisce Maria Cerabona – ha esigenze specifiche in relazione alle buone pratiche rese obbligatorie dalle norme del benessere animale e dalle specificità delle aziende agricole di pianura. Le mutate abitudini del lupo, che sempre più permane nei territori di pianura a ridosso dell’abitato e delle strutture agricole, impongono necessariamente nuovi accorgimenti aziendali tenuto conto anche delle stretto legame tra la nostra zootecnia e il Parmigiano Reggiano. Il fenomeno è urgente e importante e la nostra disponibilità a risolverlo è massima”.
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