REGGIO EMILIA – La violenza contro il personale sanitario? Sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Il monito arriva dalla presidente provinciale dell’Ordine dei medici, nonché direttrice della Medicina d’urgenza del Santa Maria Nuova, Anna Maria Ferrari, che commenta con indignazione quanto avvenuto lunedì sera al pronto soccorso dell’ospedale “Ramazzini” di Carpi dove c’è stata una incursione da parte di un gruppo di sinti provenienti dal campo di Mandrio di Correggio. Secondo quanto ricostruito, una trentina di persone, alcune in stato di ubriachezza, si sarebbero scagliate contro il personale sanitario con ingiurie e minacce. Poco prima, tre loro parenti erano stati trasportati al Ramazzini dopo essere rimasti feriti in un incidente stradale nei pressi di Carpi.
“Sono fatti che non solo sorprendono, ma fanno paura”, ha commentato la Ferrari. Ingiurie e minacce che sono sempre più diffuse anche a danno del personale medico nelle nostre strutture. “Le aggressioni sono per lo più verbali e riguardano il personale di prima linea, non solo dei pronto soccorso, ma anche le guardie mediche o i medicini di medicina generale nei propri ambulatori”, ha aggiunto la Ferrari. Ma quali sono le cause di questa escalation di aggressività? “Sicuramente il Covid ha influito con le restrizioni e le paure che ha portato”.
Il tutto nel quadro di una sanità che affronta, indebolita, fenomeni di maggiore rabbia da parte dell’utenza, sottolinea la presidente dell’ordine dei medici: “E’ un sistema affaticato nell’affrontare un po’ tutto, dalle liste di attesa all’organizzazione degli interventi chirurgici. Nella prima linea che risulta sguarnita, se parliamo di pronto soccorso abbiamo un 40% di medici in meno rispetto al fabbisogno”, ha spiegato Ferrari.
Su quanto accaduto a Carpi, intanto, la procura di Modena ha aperto una indagine e gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza.
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