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REGGIO EMILIA – Si mossero seguendo “la logica del branco” e “con l’intenzione di uccidere”. Così Maria Rita Pantani nella sua requisitoria, conclusasi con il pugno duro: la pm ha chiesto 16 anni per Daniele Eugenio Vernucci, 22enne di Sassuolo, e 9 anni per Kevin Coppolecchia, 19enne di Castellarano, imputati per il tentato omicidio di Giuseppe Checchia, 21enne di Modena.
Era il 9 ottobre 2022: nel cortile del locale Rockville di Roteglia, Castellarano, Checchia veniva colpito alla testa con un sasso. Rimase in coma quasi 20 giorni. Era in aula, così come erano in aula i due imputati. Una richiesta di pena che il loro avvocato, Roberto Ghini, definisce “totalmente sproporzionata, anche per una ricostruzione – dice – completamente disancorata dalla realtà”. Secondo l’accusa, quella sera, come conseguenza di una lite iniziata tra l’interno e l’esterno della discoteca, Checchia venne accerchiato: Vernucci lo avrebbe avvicinato con in mano un sasso raccolto da terra per poi scagliarglielo in testa, Coppolecchia lo avrebbe colpito con un pugno. Poi, la vittima sarebbe stata calciata mentre era a terra.
Per la pm non ci sono attenuanti generiche; inoltre, i due avrebbero agito per futili motivi. Il legale difensore lamenta che quel sasso non venne mai sequestrato e quindi non se ne conosce la dimensione e anche che “quella sera – dice – di pietre e bastoni tra il gruppo di ragazzi modenesi di cui faceva parte Checchia, che si sarebbe frapposto per provare a calmare gli animi, e il gruppo di sassolesi di cui facevano parte gli imputati, ne volarono molti. L’accusa dovrebbe essere lesioni e non tentato omicidio, ho fiducia nella corte”.
In base a un percorso di giustizia riparativa, i due imputati, che sono ai domiciliari, avevano iniziato a lavorare per corrispondere un quinto dello stipendio a Checchia, ma la pm ha fatto ricorso al Tribunale della libertà – ricorso che è stato accolto – ritenendo i due pericolosi. Replica e sentenza sono attese per il 27 marzo.
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