REGGIO EMILIA – Pomeriggio di paura e tensione alla Rems di via Montessori di Reggio, la struttura sanitaria residenziale dell’Azienda Usl che accoglie gli autori di reato, per i quali l’autorità giudiziaria ha disposto una misura di sicurezza detentiva, ma giudicati non imputabili per riconosciuta infermità mentale.
Un paziente, 29enne albanese in forte stato di alterazione psico-fisica, ha cercato di fuggire dalla Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza e per farlo ha aggredito violentemente il medico psichiatra che lo visitava, costretto poi a ricorrere alle cure ospedaliere e fortunatamente in buone condizioni di salute. Poi, per aprirsi la strada verso l’uscita, ha danneggiato diverse porte della struttura. Una volta raggiunto il parcheggio esterno, armatosi di un paletto metallico per il sostegno di una recinzione, ha danneggiato alcuni veicoli e minacciato una dottoressa che era appena arrivata, tentando di impossessarsi della sua autovettura, per poi scappare nei campi circostanti.
E’ in quel momento che sul posto sono arrivati i carabinieri, chiamati dagli operatori sanitari, contro cui il paziente in fuga si è scagliato cercando di colpirli con il paletto metallico. I militari però grazie all’utilizzo del taser sono riusciti a bloccarlo, restando illesi. Il 29enne deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, tentata rapina, evasione, danneggiamento e lesioni ai danni di personale medico.
Proprio sull’utilizzo della pistola elettrica interviene oggi SIM Carabinieri, l’associazione sindacale dell’Arma, che chiede al Governo di estendere la sua dotazione a tutte le 4500 stazioni dei carabinieri presenti in Italia. Attualmente infatti solo le gazzelle hanno a disposizione il taser. Unità di pronto intervento che nel reggiano sono presenti solo a Reggio, Guastalla e Castelnuovo Monti. Il 29enne albanese, dopo l’arresto, è stato sedato e portato in ospedale per curare le lesioni riportate durante le colluttazioni avute nel tentativo di fuga, mentre la direzione sanitaria – in una nota – ringrazia le forze dell’ordine e gli operatori “per l’abnegazione con cui svolgono il loro lavoro in una struttura così complessa”‘.
Le Rems, dal 2015, sostituiscono gli ospedali psichiatrici giudiziari dopo la loro chiusura. Resta l’ennesimo episodio di aggressione subita da parte del personale sanitario, un fenomeno sempre più frequente e preoccupante.
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