REGGIO EMILIA – Una firma per rinnovare l’accordo territoriale che regola la stipula dei contratti a canone concordato sul territorio del capoluogo. Si tratta utile strumento per andare incontro a coloro che faticano a sostenere le locazioni a libero mercato.
L’intesa è stata raggiunta stamane in Comune tra le parti in causa: i sindacati degli inquilini e assegnatari Sunia, Sicet e Uniat e i proprietari Confedilizia e Asppi. L’ultimo accordo, che risaliva al novembre 2003, è stato quindi aggiornato per renderlo in linea con le attuali condizioni economiche e quindi maggiormente equo per le circa 15mila famiglie che a oggi accedono alla locazione concertata.
L’accordo stabilisce dei parametri oggettivi e dei criteri valutativi per stabilire i canoni di locazione nelle cinque zone in cui è stata divisa la città: centro storico, prima periferia e zona sud, zona sud-est e sud-ovest, zona nord, forese e Santa Croce. Si va dai 120-180 euro al mese per un appartamento di 50 metri quadrati di fascia minima in zona forese/Santa Croce, fino ai 500-680 euro al mese per un appartamento di oltre 120 metri quadrati in centro storico.
E’ prevista la possibilità di locare una porzione dell’alloggio e di incrementare il canone a seconda della dotazione di arredamento o in funzione della maggior durata del contratto per i contratti concertati ordinari (3+2). La caparra richiesta non può superare i 3 mesi, la durata minima del contratto dipende dalla sua natura: uso abitativo classico 3 anni minimi, abitativo transitorio non superiore a 18 mesi, locazione per studenti universitari tra i 6 e i 36 mesi. I vantaggi fiscali per il proprietario prevedono l’abbattimento dell’Irpef o la riduzione della cedolare secca al 10% e l’agevolazione Imu al 7,6 per 1000.
“Da parte nostra ci impegniamo a confermare gli impegni presi in termini di agevolazioni fiscali per chi stipula questo tipo di contratti ha dichiarato l’assessore alla Casa, Lanfranco de Franco – Per l’amministrazione rimane un obiettivo fondamentale che ci sia propensione e disponibilità alla locazione a canone concordato, che dà una risposta abitativa sostenibile alle famiglie e una fonte di reddito ai proprietari”.
“Siamo soddisfatti per questo rinnovo, che giunge dopo mesi di confronto e prevede un radicale cambiamento delle zone, che permette una attualizzazione del calcolo per valori più oggettivi degli alloggi – hanno affermato le sigle sindacali – Come previsto dall’accordo nazionale, d’ora in avanti sarà obbligatoria l’asseverazione, rilasciata da un sindacato dei proprietari o degli inquilini”.
Servizio Tg di Andrea Bassi