REGGIO EMILIA – L’Emilia Romagna chiede un milione di euro contro coloro che avrebbero gettato un’ombra sull’azione dei servizi sociali. Su 48 parti offese, hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile circa trenta tra associazioni ed enti, tra cui il ministero della Giustizia, l’unione dei Comuni della Val d’Enza, l’Ausl di Reggio Emilia, le famiglie.
Sette quelle coinvolte nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti, anche se tre di queste non si sono presentate: forse si riservano di scegliere l’opzione del risarcimento civile. Con l’inizio dell’udienza preliminare non parliamo più di indagine ma di processo. Quegli allontanamenti sono stati firmati dai tribunali su basi sbagliate? I report e le testimonianze dei bambini venivano falsati? Quanti e chi, dei 24 per cui il sostituto procuratore Valentina Salvi ha chiesto il rinvio a giudizio, andranno alla sbarra, sarà il giudice Dario De Luca a stabilirlo.
Le ipotesi di reato sono molto diverse: dall’abuso d’ufficio ai maltrattamenti. Nessuno degli imputati era presente, per loro c’erano i legali difensori, arrivati alla spicciolata a partire dalle 9 e hanno sfilato davanti al presidio di alcuni genitori. Tra loro Sara De Ceglia, conosciuta come “la mamma di Pontida”: la sua bimba, un anno fa, era stata mostrata e presa in braccio dal leader della Lega Matteo Salvini. Ne era nata una polemica, visto che la piccola non è tra i minori dell’inchiesta reggiana.
Le difese hanno sollevato alcune eccezioni. Una in particolare verte sul fatto che dal fascicolo depositato dalla Procura mancherebbero una ventina di deposizioni testimoniali raccolte durante la fase delle indagini. Federica Anghinolfi, il suo braccio destro Francesco Monopoli, Claudio Foti e Nadia Bolognini della Hansel & Gretel sono ritenute le figure centrali. Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti è accusato di aver affidato spazi per la psicoterapia senza evidenza pubblica.
Dopo aver ospitato il processo contro la ‘ndrangheta Aemilia e prima di essere smantellata, il prossimo novembre, per essere destinata alle attività di associazioni antimafia, l’aula bunker ha quindi riaperto le proprie porte per questa udienza preliminare. “E’ venuta anche l’Ausl – ha detto Cristina Beretti, presidente del tribunale reggiano – E’ tutto a posto; stiamo facendo lavori al piano superiore per collegare la Corte d’assise con le aule 5 e 6 e distribuire ancora meglio le presenze. La carenza d’organico è al livello di guardia, in alcuni settori è al 75%”.
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