REGGIO EMILIA – Più Mussolini e meno Falcone. L’uomo che il Governo ha designato per annunciare in aula alla Camera l’avvio di una indagine del ministero della Giustizia sulla conduzione dell’inchiesta Aemilia, ponendo dunque dubbi sul lavoro dei magistrati che hanno inferto un durissimo colpo alla ‘ndrangheta nel nostro territorio, è stato al centro due anni fa di una aspra polemica che aveva riguardato uno dei simboli della legalità e della lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese, ossia Giovanni Falcone. Quell’uomo è l’attuale sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Classe 1971, leghista di origini venete ma figura di spicco della destra a Latina, Durigon nell’agosto del 2021, proprio nella città pontina,
nel corso di una manifestazione pubblica a cui partecipava anche Matteo Salvini, propose di cambiare il nome del parco cittadino dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per ripristinare l’intitolazione originale ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito. Ne derivò una bufera politico-mediatica a seguito della quale Durigon, che ricopriva l’incarico di sottosegretario all’Economia con premier Draghi, fu costretto a dare le dimissioni.
L’esponente leghista parlò di un errore di comunicazione per giustificare le sue parole e di polemiche sollevate in malafede. L’annuncio del Governo sull’indagine è arrivato a seguito dell’interpellanza presentata dal parlamentare di Fratelli d’Italia, Gianluca Vinci, per chiedere all’esecutivo se fosse a conoscenza di quanto sostenuto dall’ex magistrato Roberto Pennisi, secondo cui esponenti politici di sinistra sarebbero stati tenuti al riparo dalle attività investigative della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
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