BIBBIANO (Reggio Emilia) – “Ho percepito che finalmente a livello nazionale si è capita l’importanza di questo processo, che costituisce un baluardo nella lotta alle mafie, non solo quelle tradizionali ma anche quelle radicate al Nord”. Per il giudice Andrea Rat, relatore ed estensore della sentenza di primo grado del processo Aemilia, le parole del Presidente della Corte suprema di Cassazione, Pietro Curzio, costituiscono non solo il riconoscimento del grande lavoro fatto dai magistrati, ma sono un passo avanti nella consapevolezza di quanto le infiltrazioni anche nei territori “non tradizionali” abbiano da tempo preso piede. Nella relazione con cui ha aperto l’anno giudiziario, Curzio ha infatti citato come “successi dello Stato sulla criminalità organizzata” l’arresto del super boss Matteo Messina Denaro e la conclusione del processo Aemilia.
“Il legame tra questo arresto, della vecchia mafia stragista, e la definitività di una sentenza di un processo che rappresenta l’accertamento degli ultimi, più nuovi, fenomeni mafiosi, radicati anche in zone più lontane, fa certamente piacere, ma da cittadino, non solo per il lavoro svolto”. Andrea Rat ha preso parte a un incontro, al Teatro Metropolis di Bibbiano, organizzato dall’Associazione culturale antimafia Cortocircuito proprio per parlare del processo Aemilia.
Recentemente l’ex presidente del consiglio comunale di Parma ed esponente di Forza Italia, Giovanni Paolo Bernini, ha però sollevato alcune critiche proprio al lavoro dei magistrati, affermando che nel processo “sono state ignorate intercettazioni telefoniche e ambientali che coinvolgevano amministratori locali del Pd”.
A queste affermazioni Rat risponde così: “Io ho viso tutte le intercettazioni, non voglio fare politica ma quello che è emerso nel processo è tutto quello che è stato scritto e io l’ho scritto. Non aggiungo altro”.
Il magistrato auspica inoltre che chi prenderà il posto del prefetto Iolanda Rolli prosegua nel grande lavoro fatto sulle interdettive: 150 quelle firmate dal 2020 al 2022. Tanto che il quotidiano economico Il Sole 24 ore ha parlato de “il caso Reggio Emilia”. “La lotta alla mafia si fa con la prevenzione, non posso che giudicare bene questo operato, sintomo che l’attenzione a Reggio è alta ma che purtroppo ci fa pensare anche alla potenza e alla drammaticità delle infiltrazioni sul terriorio”.
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