REGGIO EMILIA – A quasi 10 anni dell’operazione “Aemilia”, Alfonso Paolini, 70 anni originario di Cutro e residente in città, ha scontato la pena ed è tornato in libertà.
Era stato condannato per associazione mafiosa a 15 anni e 8 mesi, poi ridotti a 12 anni in Appello, sentenza poi confermata dalla Cassazione nel 2022. La maggior parte della condanna Paolini l’ha scontata ai domiciliari, in virtù delle sue precarie condizioni di salute, per poi scontare gli ultimi anni prima nel carcere di Teramo e, infine, nel carcere napoletano di Poggioreale. Secondo quanto emerso dal maxi processo alla ‘ndrangheta, Paolini era uomo di fiducia di Nicolino Sarcone e tenne rapporti con le forze dell’ordine; in particolare, erano state ricostruite le sue trasferte al Sud conl’ex questore Gennaro Gallo.
Era considerato l’artefice e il regista della nota cena al ristorante Antichi Sapori a Gaida. Si tratta di una delle prime scarcerazioni nel procedimento contro le infiltrazioni mafiose in terra emiliana. Da venerdì è rientrato nella sua abitazione di Fogliano.












