REGGIO EMILIA – Ergastoli inflitti a Nicolino Grande Aracri, Antonio Ciampà e Angelo Greco, nonché una condanna a 18 anni di reclusione per Antonio Lerose. Per la Corte d’assise d’appello di Bologna sono quindi tutti coinvolti i quattro imputati alla sbarra per i due omicidi di ‘ndrangheta commessi nel giro di un mese nel Reggiano ben 33 anni fa, cioè l’assassinio di Nicola Vasapollo (a Pieve Modolena) e l’omicidio di Giuseppe Ruggiero (a Brescello). Una sentenza d’appello bis che dice parecchie cose: ribaltato per la seconda volta il verdetto d’assoluzione emesso in primo grado in tribunale a Reggio Emilia, ritenuti credibili i quattro pentitisentiti in aula, in particolare le dettagliate deposizioni di Antonio Valerio ed Angelo Salvatore Cortese, infine se poi quest’ultimo verrà confermato in Cassazione, diventano quattro gli ergastoli per il boss Grande Aracri che dopo il massimo della pena applicatogli nei processi Kyterion e Scacco Matto, ora viene considerato il mandante di entrambi i delitti del 1992.
L’ergastolo per Ciampà detto “Coniglio” significa essere stato ritenuto pure lui il mandante dei due omicidi, mentre la pesante condanna a Greco lo colloca nel gruppo di fuoco camuffato da carabinieri che tolse la vita a Ruggiero. Stesso discorso per Lerose, ma con una pena più lieve perché la Corte ha ritenuto prevalenti le attenuanti generiche alle aggravanti. In pratica, quasi del tutto accolte le richieste di pena avanzate dalla sostituta di pg Silvia Marzocchi e dalla pm antimafia Beatrice Ronchi che collocano quei fatti in una sanguinaria guerra di mafia.
Disposta una provvisionale risarcitoria di 20mila euro sia per il Comune di Brescello, sia per l’associazione antimafia Libera.
Quest’ultima udienza si è aperta con brevi repliche, poi dopo circa tre ore è uscito dalla camera di consiglio con la sentenza il collegio giudicante presieduto da Anna Mori con a latere la collega Paola Passerone e i giudici popolari. Sentenza letta in aula solo davanti agli addetti ai lavori, videocollegati dal carcere Grande Aracri e Greco. A caldo tira già aria d’impugnazione da parte degli avvocati difensori, come sintetizza a TgReggio l’avvocato Filippo Giunchedi: “Restiamo convinti che manchino gli elementi per condannare gli imputati”. Fra tre mesi le motivazioni della sentenza.
Reggio Emilia 'ndrangheta Bologna omicidio processo condannati Nicolino Grande Aracri omicidio Vasapollo omicidio Ruggiero Angelo Greco Antonio Ciampà Aemilia 92