REGGIO EMILIA – Nicolino Grande Aracri ci riprova. Oggi, alla ripresa dopo lo stop delle udienze del processo Aemilia 1992, il presidente del collegio giudicante Dario De Luca ha annunciato che la difesa del boss della ‘ndrangheta, uno dei quattro imputati, ha chiesto la ricusazione nei suoi confronti e anche verso il giudice togato a latere Silvia Guareschi. Tutto questo per presunta incompatibilità, visto che entrambi i magistrati qualche giorno fa, insieme alla presidente del tribunale Cristina Beretti, hanno respinto l’istanza di scarcerazione avanzata da Grande Aracri, preoccupato di poter contrarre il Coronavirus dietro le sbarre a Opera, dove si trova in regime di 41bis.
Sulla questione si esprimerà la Corte d’appello di Bologna, ma nel frattempo il processo va avanti e prosegue la requisitoria del pm Beatrice Ronchi. C’è stato anche l’accoglimento della richiesta di sospensione dei termini di
custodia cautelare per gli imputati, in ragione del perdurare dell’emergenza sanitaria.
Il processo mira a stabilire tutta la verità sugli omicidi di ‘ndrangheta di 27 anni fa di Nicola Vasapollo e Pino Ruggiero avvenuti a Reggio Emilia e Brescello.