REGGIO EMILIA – Le prime bambole sono state create da Emma Bernini, presidente dell’associazione dei pazienti affetti dalle malattie alla tiroide, durante il lockdown della scorsa primavera. Per realizzarle ha usato materiali trovati in casa, come resti di tessuti, pietre, bottoni. Il nuovo progetto delle associazioni del Core è partito proprio così. “Non vogliono essere delle bambole tradizionali – spiega Emma Bernini -, rappresentano degli ammalati di tumore, chi le acquista acquista non solo una sagoma da appendere al muro ma acquista una speranza per delle persone che sono ammalate di tumore, è una adozione”
Ora chi vuole partecipare può recarsi presso la sede dell’associazione Andos, in via San Giuseppe, il martedì o venerdì mattina per ritirare la sagoma. Si può scegliere tra una sagoma di 50 cm e una di 80 cm. “Verrà consegnata una bambola in compensato e anche una faccia che sarà da incollare. Il resto è lasciato alla fantasia di tutte le amiche che vogliono cimentarsi in questo progetto – sottolinea Bernini -, per esprimere la volontà di fare qualcosa insieme, una bambola al tempo del Coronavirus, una bambola che può aiutare la ricerca”.
I fondi ricavati dalla vendita delle bambole andranno a finanziare la ricerca oncologica. Il progetto, che continuerà per tutto il prossimo anno, è sostenuto da Aibat, Andos, Il giorno dopo, Senonaltro, Vittorio Lodini, Associazione mogli medici italiani.
Leggi e guarda anche:
Reggio Emilia beneficenza il giorno dopo Vittorio Lodini Azienda Ausl Irccs lotta contro il cancro Ricerca oncologica Senonaltro Aibat Andos Associazione mogli medici italianiReggio Emilia: una coperta grande come la piazza per la ricerca. FOTO & VIDEO