REGGIO EMILIA – “Di un bastardo come La Russa non c’è bisogno di parlare, la cosa vergognosa è che sia la seconda carica dello Stato. E abbiamo uno che ci governa che gira ancora con la fiamma Tricolore appiccicata al vestito”.
A parlare dal palco di Piazza Vittorio a Roma, lunedì 19 maggio, è Adelmo Cervi, reggiano, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 per la loro attività partigiana. Il contesto é quello della maratona organizzata dai comitati promotori del referendum.
Le frasi di Adelmo Cervi indirizzate al presidente del Senato Ignazio La Russa stanno suscitando accese polemiche, con il centrodestra che ha scatenato la bufera attorno all’81enne che all’epoca della strage aveva 4 mesi. Un attacco, quello di Cervi, motivato dal fatto che La Russa nei giorni scorsi aveva invitato a non andare a votare l’8 e il 9 giugno.
“Insulti inaccettabili” la reazione di Fratelli d’Italia che ha chiesto di dissociarsi al leader della Cgil e padrone di casa dell’evento, Maurizio Landini.
Il presidente del Senato ha preferito non replicare direttamente limitandosi a definire le parole pronunciate nei suoi confronti durante la manifestazione “una provocazione”.
A difesa di Cervi si è schierato Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista: “La vera offesa è quella di La Russa alla Costituzione”, ha affermato, in relazione all’appello al non voto della seconda carica dello Stato.
Adelmo Cervi attacca Ignazio La Russa: “Bastardo”. VIDEO
21 maggio 2025Scoppia un nuovo caso politico sull’invito a non votare ai referendum dell’8 e 9 giugno da parte del presidente del Senato, che replica: “Una provocazione”













