REGGIO EMILIA – I tagli agli enti locali e il mancato adeguamento dei trasferimenti statali stanno generando un effetto domino. I Comuni, che si trovano senza le risorse sufficienti per finanziare il funzionamento dei servizi, risparmiano come possono, ma usano anche quel poco di leva fiscale che possono utilizzare.
Il Comune di Reggio ad esempio ha deciso di portare l’addizionale comunale Irpef alla soglia massima dello 0,8 per cento per tutti i redditi al di sopra dei 15mila euro l’anno. E’ la stessa scelta già fatta in passato a Parma, a Bologna, a Ravenna e in altre città. Lo stesso ha fatto un anno fa Ferrara, città amministrata dal centrodestra.
Ad essere penalizzata da queste misure è soprattutto la fascia di reddito compresa tra 15 e 28mila euro. E anche se a Reggio il maggiore carico fiscale sarà al massimo di 32 euro, viene meno la progressività dell’imposizione fiscale prevista dalla Costituzione.
Sulla stessa strada si è incamminata anche la Regione, che per la prima volta dopo 18 anni ha deciso di aumentare a sua volta l’addizionale Irpef. In questo caso l’aumento interessa solo i redditi sopra i 28mila euro. Per lo scaglione tra 28 e 50mila euro l’aliquota sale dal 2,03 per cento dell’anno di imposta 2024 al 2,93 per cento del 2025, per poi scendere al 2,78 nel ’26 e al 2,63 l’anno successivo.
Per i redditi superiori ai 50mila euro invece si passa dal 2,27 al 3,33 per cento. Secondo le simulazioni circolate nelle settimane scorse, gli aumenti saranno di questo ordine di grandezza: 20 euro in più per chi dichiara 30mila euro, 120 per chi dichiara 40mila euro e 340 per chi ha un reddito di 60mila euro.
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