REGGIO EMILIA – Il mondo dei motori piange Pietro Corradini, storico meccanico della Gestione Sportiva della Ferrari, morto all’età di 76 anni. Ci aveva raccontato la sua carriera in una lunga intervista due anni fa.
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“Alla mia età dovrei godermi le cose, ma mi piace ancora andare in giro a sentire i rumori dei motori e i profumi dei gas di scarico”. Lo aveva detto ai nostri microfoni Pietro Corradini quando ci aveva raccontato la sua straordinaria carriera: per 20 anni, dal 1970, meccanico motorista della gestione sportiva della Ferrari. C’erano le sue mani sulle Formula 1 di quegli anni, ai box della scuderia di Maranello lo spirito tutto emiliano ereditato dal padre, casaro a Bosco di Scandiano.
Alla fine degli anni ’70 Corradini fu invitato in Brasile da un italiano che gestiva una pista di Kart a San Paolo. C’era un ragazzino che si chiamava Ayrton Senna e che dicevano andasse forte. Gli disse: “Sali in macchina, tieni frenato e il volante fermo e dritto. E lui è entrato in macchina per la prima volta”.
Con Senna sono sempre rimasti in contatto: i campionati di Formula Ford e Formula 3, i saluti in griglia prima delle partenze delle gare di Formula 1 fino al maledetto 1 maggio 1994, giorno della morte a Imola del pilota brasiliano. Non si è mai interrotta l’amicizia neanche con Jody Sheckter, che seguiva agli eventi in giro per il mondo e ricordava bene la T4 che nel 1979 vinse il mondiale. Poi Clay Regazzoni e Michele Alboreto. Ma il vero pilota per lui era Gilles Villeneuve: “Aveva il coraggio e l’incoscienza”, ci aveva detto.
Con Pietro Corradini se ne va un testimone di una Formula 1 che appartiene a un’altra era. Fino all’ultimo ha lavorato come direttore tecnico della Scuderia Belle Epoque, a Corlo di Formigine, dove si rimettono a nuovo le auto storiche, Formula 1 comprese. E dove si sente ancora i rumori dei motori e i profumi dei gas di scarico.
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