ALBINEA (Reggio Emilia) – La musica capace di unire le persone e i popoli. La musica come veicolo universale di dialogo tra culture e uno strumento straordinario per raccontare e ricordare quello che sta accadendo in Ucraina e la guerra alle porte dell’Europa.
Le giovani musiciste e cantanti ucraine fuggite da quei territori, si esibiscono in concerto sul palco del cinema Apollo venerdì 25 novembre alle 21. L’ingresso sarà a offerta libera e il ricavato sarà devoluto ai progetti di accoglienza. A Buongiorno Reggio sono state ospiti due di queste artiste, ex studentesse che frequentavano l’università nazionale delle arti e il liceo musicale di Kharkiv e l’accademia di Kiev e che stanno proseguendo il loro percorso di studi all’istituto musicale reggiano “Peri-Merulo”. Al momento sono ospitate da Casa Betania, all’interno del progetto di accoglienza profughi.
Mariachiara Moschetti, operatrice dell’accoglienza di Casa Betania: “Albinea solidale Insieme per l’Ucraina nasce a fine marzo scorso grazie alla collaborazione con il Comune, Casa Betania e la Fondazione Maramotti per far fronte all’accoglienza di varie famiglie ucraine in fuga dalla guerra. Dall’inizio del progetto sono state accolte circa 70 persone e si tratta principalmente di famiglie formate da madri con figli, solo quattro i padri per la difficoltà che hanno a lasciare il loro paese”.
Daria Malakhova, pianista: “Questo concerto ha due significati profondi: prima di tutto è uno scambio di tradizioni e di patrimonio culturale e musicale italiano e internazionale ma è soprattutto un modo per supportarci tra ucraini e tra noi giovani famiglie in questi momenti difficili”.
Iryna Pavlyshyn, pianista: “Suoneremo compositori ucraini e italiani e sarà una divulgazione anche del nostro tesoro culturale, suoneremo pensando alla nostra terra”. Il racconto di come stanno vivendo questi mesi lontano da casa: “Io vengo da Ternopoli, ma studiavo a Kiev – le parole di Iryna – Nonostante qui siamo al sicuro, è molto difficile restare lontano dalle nostre famiglie. Cerchiamo di chiamare ogni giorno”.
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