REGGIO EMILIA – Processo per direttissima questa mattina in Tribunale per Luigi Giuliano, l’uomo che lunedì scorso, in preda alla gelosia, si è reso responsabile di un’aggressione, avvenuta in un negozio di elettrodomestici. Ma l’imputato è nei guai con la giustizia anche per un episodio di gravità decisamente maggiore.
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“E’ preoccupato per gli sviluppi che ci saranno, perché vive a Reggio da anni”. Affonda le radici nella Napoli della Camorra il passato di Luigi Giuliano. Negli anni ’80 la sua famiglia era alla guida di uno dei clan più potenti in Campania, contrapposto a quello dei Cutolo. Esponente di spicco era lo zio, che si chiama come lui, Luigi Giuliano. Oggi ha 71 anni ed è un collaboratore di giustizia, ma 35 anni fa arruolò il nipote, all’epoca tredicenne, come suo guardaspalle. Luigi Giuliano Jr è il 48enne che lunedì scorso ha ferito un coetaneo colpendolo otto volte con un coltellino svizzero. Un gesto, con movente passionale, avvenuto all’interno del negozio Trony di Pieve Modolena, davanti alla donna con la quale aveva avuto una storia.
“Ha vergogna di tutto ciò, anche perché è sposato – spiega l’avvocato difensore, Mattia Fontanesi – Essendo una questione di gelosia deve recuperare il rapporto con la moglie”.
Motivo di preoccupazione è anche un altro processo che prenderà il via a Napoli proprio la prossima settimana. Potenzialmente rischia l’ergastolo poiché è accusato, in concorso con lo zio, di un omicidio, avvenuto vent’anni fa, a colpi di coltello.
Il capo d’imputazione, per l’aggressione commessa a Reggio, è invece di lesioni personali aggravate. Il processo per direttissima è stato rinviato al 19 novembre. Nel frattempo dovrà osservare la misura degli arresti domiciliari, come deciso dal giudice Andrea Rat. “Ha confessato – aggiunge Fontanesi – si è assunto le sue responsabilità. Ha chiesto scusa in particolar modo alla persona offesa, anche alla signora romena, alle forze dell’ordine per il disturbo arrecato. Il giudice ha accolto la richiesta di metterlo agli arresti domiciliari in attesa del processo che è stato rinviato al 19 novembre. Nel frattempo cercherà di fare un percorso di recupero, anche perché questo scatto di ira non era in alcun modo giustificato, nonostante ci siano dei motivi di gelosia”.
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