REGGIO EMILIA – Aborti in calo in provincia: è quanto emerge dal rapporto della Regione sulle interruzioni volontarie di gravidanza. I dati si riferiscono al 2020. Nel nostro territorio si registra però la percentuale più alta di casi tra minorenni a livello regionale.
L’anno scorso sono stati 744 gli aborti. Furono 783 nel 2019 e ben 880 nel 2018. Tra i 744 casi seguiti, 30 riguardano donne residenti in altre regioni, mentre 16 risultano residenti all’estero. La quota maggiore è stata presa in carico dall’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, con 516 casi. Sono stati 130 all’ospedale di Guastalla, 66 a Montecchio, 20 a Scandiano e 12 a Castelnovo Monti.
Le interruzioni di gravidanza hanno riguardato nella maggior parte dei casi donne di età compresa tra i 30 e i 34 anni: il 23,6%. Il 22% tra i 35 e i 39 anni, il 12% oltre i 39 anni, il 15% tra i 20 e i 24 anni, il 2,5% ragazze minorenni. Tra i 744 casi complessivi, 434 sono stati affrontati in via farmacologica, con il ricorso alla RU486, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”.
Nella Ausl reggiana tra i 68 ginecologi dipendenti, 24 si sono dichiarati obiettori (è la percentuale più bassa in regione dopo Modena). Sono 21 gli obiettori tra i 91 anestesisti.
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