REGGIO EMILIA – La pioggia non ha fermato la commemorazione dell’eccidio delle Officine Reggiane. La cerimonia ha preso il via alle 17.30 davanti al cancello della fabbrica, dove il 28 luglio di 82 anni fa l’esercito sparò durante una manifestazione pacifica di operai, uccidendone 9 e ferendone decine.
L’omaggio ai caduti è avvenuto anche davanti alla lapide coi loro nomi, al Tecnopolo. “Dobbiamo molto agli operai delle Reggiane”, è stato detto dai rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati presenti alla cerimonia.
Mussolini era stato arrestato tre giorni prima. Dopo 21 anni di dittatura, il fascismo vacillava, ma l’Italia era ancora in guerra al fianco dell’alleato nazista. Il governo Badoglio aveva emanato norme di ordine pubblico molto rigide, che autorizzavano l’esercito e le forze di polizia a sparare contro ogni assembramento di manifestanti.
In questo contesto, a Reggio, quel 28 luglio 1943 un corteo tentò di sfilare per le vie della città chiedendo la fine della guerra e l’agognata pace. Davanti ai cancelli delle ‘Reggiane’, nel tentativo di interrompere la mobilitazione, l’esercito aprì il fuoco sulla folla. Nove operai della grande fabbrica furono uccisi. Cinquanta i feriti. Tra le vittime anche Domenica Secchi, incinta.
Nel servizio, le interviste a Lanfranco De Franco, vicesindaco di Reggio Emilia; Cristian Sesena, segretario provinciale della Cgil; Rosa Maria Papaleo, segretaria della Cisl Emilia Centrale, e Nicola Maria Russo, Segretario territoriale Uil-Fpl.
Guarda la fotogallery
Eccidio Officine Reggiane 28 luglio 1943 Nove operai uccisi Domenica Secchi