REGGIO EMILIA – Nella nostra provincia una donna, lavoratrice dipendente, guadagna in media all’anno 19.357 euro. Un uomo ne guadagna 29.314 euro, con una differenza di quasi 10mila euro. E’ quanto emerge dall’analisi del Centro studi Lapam Confartigianato, diffusa in occasione dell’8 marzo.
“E’ una cifra molto alta – il commento di Cinzia Ligabue, presidente del gruppo donne Lapam – Le donne pagano lo scotto di dover gestire la famiglia e gli anziani, i figli a casa in dad e ora non ci sono servizi adeguati”. A Reggio Emilia, nel 2020, erano 9.998 le imprese femminili e, di queste, 2.592 sono artigiane. Secondo la rilevazione Istat di fine anno, i posti di lavoro persi nel 2020 in Italia a causa del Covid riguardano per oltre il 90% le donne.
I dati diffusi da Lapam al terzo trimestre 2020 indicano 25mila donne occupate in meno in Emilia Romagna, metà delle quali lavoratrici indipendenti: 13mila in meno nel periodo luglio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, con un calo del 8,2%. Sono 13mila in meno anche le lavoratrici dipendenti, con un calo del 1,7%.
“La pandemia, oltre ad aver provocato la chiusura di attività che erano in buona salute, ha generato un calo significativo di fatturato in quelle rimaste aperte”, ha aggiunto la Ligabue – con una riduzione più pesante per le imprese femminili, pari al 27,7%. Questa differenza è dovuta, in gran parte, ai problemi legati alla gestione dei figli e dei familiari. Le imprenditrici, e il loro fatturato, hanno pagato questo impegno supplementare e la mancanza di servizi adeguati. Siamo convinti come Lapam che le risorse del Recovery Fund debbano in parte essere utilizzate anche per azioni mirate a rafforzare l’imprenditoria femminile, a partire dalle imprese esistenti, fino a incentivare la creazione di micro e piccole imprese, sostenendone la competitività e l’accesso al credito”.
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