REGGIO EMILIA – In Emilia-Romagna il 6,4% della popolazione rinuncia a prestazioni sanitarie del servizio pubblico per motivi economici, per tempi di attesa troppo lunghi oppure per sedi o orari troppo scomodi. La nostra é una delle regioni con la percentuale più bassa a livello nazionale.
Il quadro peggiore spetta alla Sardegna dove la quota di rinunce supera il 12%, di seguito il Piemonte con oltre il 9%, al terzo posto l’Umbria con l’8,1%.
Le aree più virtuose risultano invece la Campania e la Provincia Autonoma di Bolzano con il solo 4,7% di rinunce. Bene anche il Molise, Liguria e la Provincia autonomia di Trento con valori al di sotto del 6%.
E’ quanto emerge da una indagine dell’Istat pubblicata dal quotidiano La Stampa. I dati si risferiscono al 2022.
L’Emilia-Romagna é al livello del Veneto, meglio di Lombardia, Toscana e Lazio. Al sud arrancano Sicilia, Calabria e Puglia.
A livello nazionale, delle 20 milioni di prestazioni arretrate, nel 2022 complessivamente ne sono state recuperate poco meno di due su tre, ovvero il 65%.
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