REGGIO EMILIA – 60 candeline per l’ospedale Santa Maria Nuova. La struttura in Viale Risorgimento a Reggio è stato inaugurata il 15 maggio del 1965, anche se ci sono tracce storiche di una precedente sede ospedaliera cittadina addirittura nel 1339. Originariamente era composto da tre corpi paralleli, poi negli anni l’ospedale ha subito diversi ampliamenti mantenendo sempre il suo stile iniziale.
Negli ultimi 10 anni, ha rinnovato e potenziato il parco tecnologico, sono stati investiti oltre 40 milioni di euro in nuove tecnologie, l’apertura del Core, il Centro oncologico ed ematologico; 14 anni fa il via libera all’Irccs, il Centro di ricerca in ambito oncologico con il suo respiro internazionale e nel 2026 sarà aperto il Mire, l’ospedale materno infantile.
Negli anni è migliorata l’integrazione nella rete ospedaliera provinciale con 852 posti letto e oltre 30 discipline. L’ospedale è un punto di riferimento per tutta la provincia. Nel 2024 si sono registrati 35.500 ricoveri e 85.000 accessi in Pronto Soccorso.
Una sguardo alla storia: l’ospedale è sorto in un contesto sociale molto diverso ma ha saputo adeguarsi e modellarsi alle nuove esigenze. Progettato dall’architetto reggiano Enea Manfredini è ancor oggi considerato uno dei migliori esempi di architettura ospedaliera in Italia.
Il terreno su cui sorge l’ospedale Santa Maria Nuova fu donato dalla famiglia Gallinari, imprenditori di Reggio dopo la Seconda Guerra Mondiale, un lascito prezioso che ha raccolto le speranze di un’intera comunità.
Il 15 maggio, alle ore 18, è previsto il concerto ‘Giovani promesse per il Mire‘ davanti all’ingresso principale, seguito dall’illuminazione della facciata. Altri eventi celebrativi sono previsti durante l’anno.
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