BRESCELLO (Reggio Emilia) – Sono trascorsi 6 anni da quando l’Enza in piena ruppe l’argine, travolse e sommerse la frazione di Lentigione. La paura, l’acqua ovunque e il fango, i ricordi e gli oggetti di una vita distrutti in poco tempo. La fatica dei giorni successivi e le notti insonni. Il ricordo è indelebile nei lentigionesi e l’amministrazione non vuole che accada di nuovo.
Spiega Carlo Fiumicino, sindaco di Brescello: “Negli ultimi mesi abbiamo avuto quattro piene, dal 27 ottobre sto portando avanti una battaglia per avere una pulizia e una manutenzione straordinaria dell’alveo del torrente Enza, dal 2018 non è stato più manutenuto”. Come ogni anno dal 2018, al centro sociale di Lentigione si è tenuta un’assemblea pubblica “per non dimenticare”. Si sono confrontati il comitato, Aipo, gli amministratori e i cittadini presenti. Un giorno del ricordo, ma anche della riflessione.
L’avvocato Domizia Badodi, che tutela 165 cittadini che si sono costituiti parte civile, ha informato i presenti sul corso del processo. Sono accusati, in concorso, di inondazione colposa i tecnici di Aipo Massimo Valente, Mirella Vergnani e Luca Zilli. Nella scorsa udienza, il 7 dicembre, sono stati sentiti alcuni testimoni delle parti civili: l’avvocato Rossella Ongibene e il presidente del comitato dei cittadini Edmondo Spaggiari. Il processo proseguirà il prossimo 25 gennaio sempre con l’ascolto dei testimoni delle parti civili.
Durante la serata si è parlato anche del patto di amicizia sottoscritto dai comuni di Brescello, Boretto e Gualtieri con la cittadina di Faenza, colpita dall’alluvione di maggio 2023. Afferma Luciano Longhi, dell’Auser di Boretto: “Aiuteremo la scuola di musica di Faenza che ha avuto oltre un milione di danni”.
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