REGGIO EMILIA – In questi giorni, grazie a un’inchiesta di Tg Reggio, abbiamo scoperto che più di 100 richiedenti asilo che erano inseriti nei progetti dei Centri di accoglienza straordinaria ne sono stati esclusi perché hanno trovato un lavoro e, secondo la legge, hanno raggiunto un reddito sufficiente a cavarsela da soli. Dunque niente vitto e, soprattutto, niente alloggio. E lasciamo da parte l’ingiunzione a rimborsare le somme spese dallo Stato per l’accoglienza, con richieste fino a 50mila euro a testa.
Il reddito che secondo la legge è sufficiente a cavarsela da soli è indicato per il 2021 in 5.983 euro lordi l’anno. Dunque un richiedente asilo che ha trovato un lavoro regolare e raggiunge la fatidica soglia dei 5.983 euro viene escluso dal sistema di accoglienza. Deve trovarsi un posto in affitto e arrangiarsi. Quale affitto potrà permettersi di pagare una persona che percepisce meno di 500 euro lordi al mese, priva di risparmi e di reti parentali? Gli esiti di un meccanismo di questo genere non sono difficili da prevedere. Coloro che hanno perso l’alloggio finiranno per strada e perderanno anche il lavoro. Quelli che il lavoro ancora non l’hanno trovato, invece, smetteranno subito di cercarlo, per timore di essere a loro volta messi alla porta.
Per anni ci si è chiesti perché i capannoni delle ex Reggiane fossero diventati rifugio di centinaia di senzatetto. Ad alcuni faceva comodo raccontare che quella situazione era il risultato di una accoglienza indiscriminata. Finalmente in settembre l’area di via Agosti è stata svuotata e alle persone che ci vivevano è stata data o restituita una sistemazione dignitosa. Ma con queste leggi e con queste logiche le ex Reggiane sono di nuovo dietro l’angolo, anche se magari da un’altra parte.
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