REGGIO EMILIA – Entusiasmo, improvvisazione, dialoghi che si dipanano in diverse lingue. La conferma che ci troviamo immersi nella Commedia dell’Arte arriva dalle maschere di cuoio portate sul volto dagli attori. Maschere come quelle di Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, il Capitano oppure Brighella.
Il cortile del teatro San Prospero, in centro a Reggio, ha fatto da cornice al cosiddetto canovaccio finale, ovvero l’appuntamento che ha chiuso lo Stage Internazionale di Commedia dell’Arte, diretto da Antonio Fava e giunto alla sua quarantesima edizione.
Quaranta sono anche gli iscritti che per un mese hanno partecipato al corso, giunti da una ventina di paesi, extra europei compresi come Australia, Stati Uniti, Argentina, Libano e Cina. Un gruppo che è stato suddiviso in tre compagnie ognuna delle quali ha messo in scena un atto dello spettacolo conclusivo, che ha preso il titolo di ‘Rapimenti’.
La parola arte, nella Commedia dell’Arte significa mestiere. Prima di questa forma teatrale, l’attore professionista non esisteva.
I 40 anni dello stage di commedia dell’arte diretto da Antonio Fava. VIDEO
29 agosto 2024Quaranta gli iscritti che per un mese hanno partecipato al corso, giunti da una ventina di Paesi, anche extra europei come Australia, Stati Uniti, Argentina, Libano e Cina












