GUASTALLA (Reggio Emilia) – Nella mattinata di oggi i militari della guardia di finanza di Guastalla hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal tribunale di Reggio Emilia su misura di custodia cautelare e contestuale sequestro preventivo di beni immobili – un’abitazione in città e una villetta al Lago di Garda – auto di lusso, conti correnti, disponibilità finanziarie per un valore di circa 2 milioni di euro nei confronti di due imprenditori resisi responsabili di frode fiscale.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Iacopo Berardi e non ancora concluse, hanno preso il via nel 2019 in seguito a una verifica fiscale nei confronti di una società reggiana con sede a Reggiolo, formalmente attiva nel settore dell’installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e condizionamento. Nella prima fase degli accertamenti, l’attenzione dei finanzieri si è concentrata sulle fatture passive annotate nella contabilità, risultate emesse da tre imprese aventi caratteristiche tipiche delle cosiddette “cartiere”, ossia soggetti dediti soltanto al rilascio di fatture per operazioni inesistenti.

Alcune delle auto sequestrate nell’operazione
Gli approfondimenti condotti sul conto di questi fornitori, attraverso l’esame della documentazione acquisita, le informazioni carpite dalle banche dati disponibili e dai riscontri pervenuti da altri reparti del corpo, hanno permesso di raccogliere importanti elementi per rafforzare l’ipotesi iniziale. Le “cartiere”, in pratica, sono aziende fantasma, titolari sì di partita Iva e normalmente anche iscritte alla Camera di Commercio, ma la cui concreta attività si esaurisce nell’emissione, a beneficio di terzi, di documentazione fiscale attestante forniture di beni o prestazioni di servizi, in realtà, mai resi. Inoltre, queste realtà di norma mancano in toto della struttura operativa idonea alla cessione dei beni o alla prestazione dei servizi.
Le successive investigazioni, mediante indagini patrimoniali e finanziarie, non solo hanno consentito di acquisire ulteriori elementi circa la natura fittizia delle transazioni, ma hanno permesso anche di identificare altre 6 società “cartiere” che, complessivamente, tra il 2016 e il 2019, hanno emesso nei confronti dell’impresa reggiana fatture per operazioni inesistenti per oltre 6 milioni di euro, con conseguente evasione dell’Iva e delle imposte dirette per circa 2 milioni di euro.
“In questo caso, abbiamo agito al contrario – ha spiegato il maggiore Alessandro Pirrazzo, comandante della guardia di finanza reggiana – Normalmente partiamo dai soggetti che emettono le fatture per operazioni inesistenti, qui abbiamo iniziato dalla società che ne usufruiva, una società vera e realmente operante in provincia, per poi riuscire, con provvedimento del tribunale, a sospendere l’attività imprenditoriale dei due amministratori. Ora le indagini proseguono per risalire a chi sta dietro alle società fantasma”.
All’amministratore di fatto e a quello di diritto della società di Reggiolo è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale per la durata di 1 anno. Le ipotesi di reato sono frode fiscale, dichiarazione fraudolenta e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti: rischiano fino a 8 anni di carcere.

Alcune delle auto sequestrate nell’operazione










