REGGIO EMILIA – Con l’inaugurazione dell’anno accademico, in programma giovedì al teatro Valli alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’università di Modena e Reggio festeggerà i 25 anni della sua articolazione a rete di sedi. Un percorso lungo e non senza difficoltà.
“Quando ho fatto il prorettore io, era un continuo sentire parlare ‘quello sta a Modena, questo sta a Reggio. Abbiamo dovuto modificare lo statuto, tenendo conto delle rappresentanze delle due sedi. Problematiche di questo tipo non le sento più”. La fatica nel posizionamento dei primi mattoni, la necessità di ponderare ogni mossa. E’ il racconto di Luigi Grasselli, professore di Geometria e Algebra lineare nel dipartimento di Scienze e metodi d’Ingegneria. Tra i docenti che hanno visto il ritorno dell’università a Reggio. Per 11 anni ha svolto un ruolo da protagonista, dal 2000 al 2005 e poi dal 2008 al 2013. “Mi sono trovato lì, ero reggiano, provenivo dalla facoltà di Bologna – ha raccontato, ospite nell’ultima puntata di Decoder – Conoscevo già la realtà, sono stato uno dei pochi docenti che per rimanere nello stesso posto ha dovuto cambiare ateneo”.
Ingegneria gestionale, cominciato sotto l’università di Bologna nel ’93, fu uno dei primi corsi di laurea reggiani. Oggi se ne contano 31, mentre il numero degli iscritti, lo scorso anno accademico, è stato di 10.477 contro i 16.878 di Modena. “Lo statuto è mutato nel ’98, parlava di due sedi di pari dignità e di complementarietà nella natura dei corsi”, ha aggiunto Grasselli.
Tenere nello stesso luogo la didattica e la ricerca. Consiste in questo, secondo Grasselli, il valore aggiunto di una sede vera e propria rispetto a una città che ospita soltanto dei corsi universitari. Oggi a Reggio Emilia gli studenti possono contare su 166 figure tra professori e ricercatori. “Un corpo docente che adesso, 25 anni dopo, è di dimensioni significative. Risiede qua, opera a Reggio, la sua attività viene svolta nei dipartimenti reggiani, attività di ricerca e di attrazione di risorse”.
Il tema degli spazi resta attuale. Riqualificati la caserma Zucchi, diversi padiglioni dell’ex San Lazzaro e il seminario, il prossimo insediamento sarà alle ex Reggiane dove procedono i lavori nel Capannone 15C: “Spazi che non devono essere isole staccate, non dialoganti tra loro. Questo credo sia un aspetto imprescindibile”, ha concluso Grasselli.
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