REGGIO EMILIA – E’ l’8 agosto e da poco sono passate le 18. Un uomo fugge dal bar Moulin Rouge dell’ex Foro Boario. Ha appena colpito a morte, con diverse coltellate, la 25enne Hui Zhou, dopo averla raggiunta dietro il bancone del locale. Per gli inquirenti si tratta del 34enne Hicham Boukssid: il suo volto e il suo nome emergono quasi subito, ma ci vorranno dieci giorni per stringere attorno all’uomo un cerchio che lo porterà a costituirsi. Il fatto più eclatante della cronaca del 2019 per la violenza e per la latitanza, un 2019 che ha registrato altri tre omicidi: quello compiuto il 15 aprile sempre in un bar, il Blue Bar di Rondinara di Scandiano, col processo iniziato da poco a carico del reo confesso Gianpietro Guidotti che ha sparato un colpo di pistola contro Giorgio Campani. Il dibattimento dovrà stabilire il movente di questo delitto.
‘Sentivo delle voci che mi dicevano che ero in pericolo’, questa invece la motivazione fornita dal 27enne Davide Gaudiero, che il 21 novembre ha accoltellato, uccidendolo, lo zio Paolo nell’abitazione che i due condividevano a Ospizio assieme anche al padre di Davide disabile. A gennaio una perizia dirà in quale stato psicologico il ragazzo si trovasse al momento dell’assassinio. Rimane ad oggi un completo mistero l’omicidio del guastallese Luca Aldrovandi, 52 anni e da 10 trapiantato in Indonesia sull’isola di Pulau Weh dove gestiva un ristorante e si occupava di attività a favore dell’ambiente educando i bambini del posto. Anche lui è stato accoltellato: è stato trovato il 10 ottobre al mattino senza vita nella sua abitazione in riva al mare.
20 e 29 novembre: nel giro di 9 giorni, due allarmi bomba rendono necessaria l’evacuazione del tribunale di Reggio. Gesti stupidi o una sorta di strategia della tensione? Lo diranno le indagini.
Di certo anche nel 2019 l’attenzione degli inquirenti rispetto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata è stata altissima: hanno preoccupato molto, in questo senso, gli spari contro le pizzerie. Quattro i locali nel mirino tra città e provincia a inizio febbraio, locali minacciati con richiesta di denaro. Per due di queste pizzerie, poi, gli spari, nella notte, contro le vetrate. Pochi giorni dopo venivano indagati, per quegli episodi, Mario, Cosimo e Michele Amato, i figli di Francesco Amato, tra i condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso nel primo grado del processo Aemilia e responsabile del clamoroso episodio del sequestro alle Poste di Pieve Modolena di qualche mese prima. E’ dell’alba del 25 giugno 2019 l’operazione Grimilde: 16 arresti, 76 gli indagati poi saliti a 85. Le figure chiave sono considerate i brescellesi Francesco Grande Aracri, fratello del boss di Cutro Nicolino, e i suoi figli Paolo e Salvatore, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Ed è di due giorni dopo la data che più è stata riportata nelle cronache reggiane e che per tutta l’estate è stata citata anche in quella nazionale: il 27 giugno, il giorno dell’esecuzione delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti di minori in Val d’Enza.
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